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La "Fiamma d'amor" viva è l'opera conclusiva di san Giovanni della Croce. Redatta infatti a due mesi dalla sua morte e legata necessariamente alla "Notte oscura" e al "Cantico spirituale", è però originale quanto a esperienza mistica, creazione letteraria e dottrina spirituale. Come nelle opere preesistenti, lo scopo principale è narrare la grandezza e l'onnipotenza di Dio fatte amore, ma qui mettendo al centro il suo essere trinitario, e dando particolare risalto agli effetti prodotti nell'anima. Dominato da una forte carica emotiva, il linguaggio simbolico documenta l'ormai raggiunta maturità mistico-letteraria del Santo. Il simbolo fiamma-fuoco è prolungamento della notte-oscurità. La poesia, intensa, semplice e di grande bellezza, è più compatta del "Cantico", meno progressiva e drammatica della "Notte".